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Bíblia LND-1991

1 Samuel 20

1 Davide fuggì da Naioth di Ramah, si recò da Gionathan e gli disse: »Che cosa ho fatto? Qual è la mia colpa e qual è il mio peccato verso tuo padre, perché egli cerchi la mia vita?«.

2 Gionathan gli rispose: »Non sia mai! Tu non morrai; ecco, mio padre non fa cosa alcuna, grande o piccola, senza farmelo sapere. Perché mio padre mi avrebbe nascosto questa cosa? Non è possibile«.

3 Davide giurò nuovamente e disse: »Tuo padre sa certamente che io ho trovato grazia ai tuoi occhi e avrà detto »Gionathan non sappia questo, perché non si affligga«. Ma com’è vero che l’Eterno vive e che vive l’anima tua, fra me e la morte c’è solo un passo«.

4 Gionathan disse a Davide: »Qualunque cosa tu chieda, io la farò per te«.

5 Davide rispose a Gionathan: »Ecco, domani è la luna nuova e io dovrei sedere a tavola con il re, ma tu lasciami andare e io mi nasconderò per la campagna fino alla sera del terzo giorno.

6 Se tuo padre nota la mia assenza, tu gli dirai: »Davide mi ha pregato con insistenza di poter fare una scappata fino a Betlemme, sua città, perché vi si celebra il sacrificio annuale per tutta la sua famiglia«.

7 Se dirà: »Va bene«, il tuo servo sarà salvo. Se invece si adira, sappi che ha deciso di farmi del male.

8 Usa dunque misericordia col tuo servo, perché hai fatto entrare il tuo servo in un patto dell’Eterno con te; ma se vi è in me qualche colpa uccidimi tu. Perché dovresti condurmi da tuo padre?«.

9 Gionathan disse: »Lungi da te questo! Se io sapessi che mio padre ha deciso di farti del male, non te lo farei sapere?«.

10 Davide disse a Gionathan: »Chi mi avvertirà se tuo padre ti risponde duramente?«.

11 Gionathan disse a Davide: »Vieni, andiamo fuori in campagna!«. Così entrambi andarono fuori in campagna.

12 Allora Gionathan disse a Davide: »L’Eterno, il DIO d’Israele, mi sia testimone! Quando domani o dopodomani, a quest’ora, indagherò sulle intenzioni di mio padre, se egli è ben disposto verso Davide, e io non mando ad avvisarti,

13 l’Eterno faccia questo a Gionathan e anche peggio. Se invece mio padre intende farti del male, ti farò avvertire e ti lascerò partire perché te ne vada in pace; e l’Eterno sia con te, com’è stato con mio padre!

14 Finche sarò in vita, non mi userai tu la bontà dell’Eterno, perché non sia ucciso?

15 Ma non cesserai mai di usare bontà verso la mia casa, neppur quando l’Eterno avrà sterminato dalla faccia della terra tutti quanti i nemici di Davide«.

16 Così Gionathan fece un patto con la casa di Davide, dicendo: »L’Eterno chieda conto del sangue ai nemici di Davide!«.

17 Per l’amore che gli portava, Gionathan fece di nuovo giurare Davide perché egli lo amava come la sua anima.

18 Poi Gionathan gli disse: »Domani è la nuova luna e la tua assenza sarà notata, perché il tuo posto sarà vuoto.

19 Lascerai passare tre giorni, poi scenderai in fretta e ti recherai al luogo dove ti sei nascosto il giorno del fatto, e rimarrai presso la pietra di Ezel.

20 Io tirerò tre frecce a fianco di essa, come se tirassi al bersaglio.

21 Poi manderò un ragazzo, dicendo: »Va’ a cercare le frecce«. Se dico al ragazzo: »Guarda, le frecce sono di qua da te, prendile!«, allora vieni perché, come l’Eterno vive, va bene per te e non c’è alcun pericolo.

22 Se invece dico al giovane: »Guarda, le frecce sono di là da te«, allora vattene, perché l’Eterno ti fa partire.

23 Riguardo poi alle cose di cui io e tu abbiamo parlato, ecco l’Eterno sia testimone fra me e te per sempre«.

24 Così Davide si nascose nel campo quando arrivò la luna nuova il re si mise a sedere per prendere cibo.

25 Il re si pose a sedere sulla sua sedia come le altre volte, sulla sedia vicina al muro; Gionathan si pose a sedere di fronte. Abner si sedette accanto a Saul ma il posto di Davide rimase vuoto.

26 Tuttavia Saul non disse nulla quel giorno, perché pensava: »Gli è successo qualcosa; non sarà puro; certamente egli non è puro«.

27 Ma il giorno dopo, il secondo giorno della luna nuova, il posto di Davide era ancora vuoto. Allora Saul disse a Gionathan, suo figlio: »Perché il figlio di Isai non è venuto a mangiare né ieri né oggi?«.

28 Gionathan rispose a Saul: »Davide mi ha chiesto con insistenza di lasciarlo andare a Betlemme;

29 e ha detto: »Ti prego, lasciami andare, perché abbiamo in città un sacrificio di famiglia, e mio fratello mi ha imposto di andarvi; ora dunque, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, ti prego lasciami fare una scappata per vedere i miei fratelli«. Per questo non è venuto alla mensa del re«.

30 Allora l’ira di Saul si accese contro Gionathan, e gli disse: »Figlio perverso e ribelle, non so io forse che tieni le parti del figlio di Isai, a tua vergogna e a vergogna della nudità di tua madre?

31 Poiché fino a quando il figlio di Isai vivrà sulla terra, non vi sarà stabilità né per te né per il tuo regno. Manda dunque a prenderlo e conducilo da me, perché deve morire«.

32 Gionathan rispose a Saul suo padre e gli disse: »Perché dovrebbe morire? Che ha fatto?«.

33 Allora Saul scagliò la lancia contro di lui per ucciderlo. Gionathan comprese quindi che l’uccisione di Davide era cosa decisa da parte di suo padre.

34 Così Gionathan si alzò da tavola acceso d’ira e non mangiò nulla nel secondo giorno della luna nuova, poiché era addolorato per Davide, perché suo padre l’aveva trattato in modo vergognoso.

35 Il mattino dopo, Gionathan uscì in campagna al luogo fissato con Davide, avendo con sé un ragazzo.

36 Egli disse al ragazzo: »Corri a cercare le frecce che tiro«. Come il ragazzo correva, tirò una freccia che lo oltrepassò.

37 Quando il ragazzo giunse sul luogo dove si trovava la freccia che Gionathan aveva tirato, Gionathan gli gridò dietro: »La freccia non è forse oltre te?«.

38 Poi Gionathan gridò ancora al ragazzo: »Fa’ in fretta, sbrigati, non fermarti!«. Così il ragazzo di Gionathan raccolse le frecce e tornò dal suo padrone.

39 Ma il ragazzo non sapeva nulla; solo Gionathan e Davide sapevano di che si trattasse.

40 Gionathan diede quindi le sue armi al suo ragazzo e gli disse: »Va’ portale in città«.

41 Appena il ragazzo se ne fu andato, Davide si alzò dal lato meridionale si gettò con la faccia a terra e si prostrò tre volte; poi i due si baciarono l’un l’altro e piansero insieme; ma Davide pianse di più.

42 Poi Gionathan disse a Davide: »Va’ in pace, ora che noi due abbiamo giurato nel nome dell’Eterno: l’Eterno sia testimone fra me e te e fra la mia discendenza e la tua discendenza per sempre«. Quindi Davide si levò e se ne andò, e Gionathan tornò in città.

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