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Bíblia LND-1991

Isaías 16

1 »Mandate un agnello al dominatore del paese, da Sela verso il deserto, al monte della figlia di Sion.

2 Poiché avverrà che ai guadi dell’Arnon le figlie di Moab saranno come un uccello scacciato dal nido.

3 Dacci un consiglio, fa’ giustizia! Rendi la tua ombra come la notte in pieno mezzodí; nascondi i dispersi, non tradire i fuggiaschi.

4 O Moab, lascia dimorare presso di te i miei dispersi, sii per loro un rifugio di fronte al devastatore. Poiché il tiranno non c’è piú, la devastazione è cessata, gli oppressori sono scomparsi dal paese.

5 Allora un trono sarà reso stabile nella misericordia, e su di esso siederà nella fedeltà, nella tenda di Davide, uno che giudicherà, eserciterà il giudizio e sarà pronto a far giustizia«.

6 »Noi abbiamo sentito parlare dell’orgoglio di Moab, estremamente orgoglioso, della sua alterigia, della sua superbia, della sua arroganza, del suo vantarsi senza fondamento«.

7 Per questo Moab innalzerà un lamento per Moab, tutti si lamenteranno. Voi piangerete costernati per le focacce di uva di Kir-Hareseth.

8 Poiché le campagne di Heshbon languiscono, come pure le vigne di Sibmah i padroni delle nazioni hanno distrutto le sue piante migliori che arrivavano fino a Jazer e erravano per il deserto, i suoi rami si estendevano e oltrepassavano il mare.

9 Perciò con il pianto di Jazer piangerò le vigne di Sibmah; ti inzupperò con le mie lacrime, o Heshbon, o Elealeh, perché sui tuoi frutti d’estate e sulle tue messi si è abbattuto un grido di guerra.

10 La gioia e il giubilo sono scomparsi dalla fertile campagna; nelle vigne non ci sono piú canti, né grida d’allegrezza; il pigiatore non pigia piú il vino nei tini; io ho fatto cessare il grido di gioia.

11 Perciò le mie viscere fremono per Moab come un’arpa, e il mio interiore per Kir-Heres.

12 E avverrà che quando Moab si presenterà e si stancherà sull’alto luogo, entrerà nel suo santuario per pregare, ma non otterrà nulla.

13 Questa è la parola che l’Eterno indirizzò un tempo a Moab.

14 Ma ora l’Eterno ha parlato, dicendo: »Entro tre anni, come gli anni di un bracciante salariato, la gloria di Moab cadrà in disprezzo insieme a tutta quella grande moltitudine; e rimarrà solamente un numero molto piccolo e debole«.

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