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Bíblia LND-1991

Jeremias 4

1 »O Israele, se tu torni«, dice l’Eterno, »devi ritornare a me. Se rimuovi dalla mia presenza le tue abominazioni e non vai piú vagando

2 e giuri: »L’Eterno vive con verità con rettitudine e con giustizia, allora le nazioni saranno benedette in Lui e in Lui si glorieranno«.

3 Poiché cosí dice l’Eterno a quelli di Giuda e di Gerusalemme: »Dissodate il vostro campo non coltivato e non seminate fra le spine,

4 Circoncidetevi per l’Eterno e rimuovete il prepuzio dei vostri cuori, o uomini di Giuda e abitanti di Gerusalemme, affinché il mio furore non prorompa come fuoco e non arda senza che alcuno possa spegnerlo, a motivo della malvagità delle vostre azioni!«.

5 »Annunziatelo in Giuda, proclamatelo in Gerusalemme e dite: »Suonate la tromba nel paese«, gridate forte e dite: »adunatevi ed entriamo nelle città fortificate«.

6 Alzate la bandiera verso Sion, fuggite in cerca di un rifugio, non fermatevi, perché manderò dal nord una calamità e una grande rovina.

7 Il leone è balzato fuori dal folto del suo bosco e un distruttore di nazioni si è messo in viaggio, ha lasciato la sua dimora per ridurre il tuo paese in desolazione; le tue città saranno devastate e lasciate senza abitanti.

8 Per questo vestitevi di sacco, fate cordoglio, gemete, perché l’ardente ira dell’Eterno non si è allontanata da noi.

9 In quel giorno avverrà«, dice l’Eterno »che il cuore del re e il cuore dei principi verrà meno, i sacerdoti saranno sbigottiti e i profeti saranno costernati«.

10 Allora io dissi: »Ah, Signore, Eterno, tu hai interamente ingannato questo popolo e Gerusalemme, dicendo: »Voi avrete pace mentre la spada penetra fino al cuore«.

11 In quel tempo si dirà a questo popolo e a Gerusalemme: »Un vento ardente che viene dalle nude alture nel deserto e soffia verso la figlia del mio popolo, non per vagliare né per mondare;

12 un vento anche più forte di questi verrà da parte mia, ora anch’io pronuncerò il giudizio contro di loro,

13 Ecco, egli sale come le nuvole e i suoi carri come un turbine, i suoi cavalli sono piú veloci delle aquile. Guai a noi perché siamo devastati!«.

14 O Gerusalemme, purifica il tuo cuore dalla malvagità, affinché sia salvata. Fino a quando rimarranno in te i tuoi pensieri iniqui?

15 Poiché una voce annuncia da Dan e proclama sventura dal monte di Efraim.

16 »Avvertite le nazioni, sí, fatelo sapere a Gerusalemme: gli assedianti vengono da una nazione lontana e alzano la loro voce contro le città di Giuda.

17 Come custodi di un campo si sono posti tutt’intorno ad essa perché si è ribellata contro di me«, dice l’Eterno.

18 »Il tuo comportamento e le tue azioni ti hanno procurato queste cose, questa sarà la tua calamità, e sarà amara perché raggiungerà il tuo cuore«.

19 Le mie viscere, le mie viscere! Mi contorco dal dolore. Oh, le pareti del mio cuore! Il mio cuore batte forte dentro di me. Io non posso tacere, perché, o anima mia, ho udito il suono della tromba, il grido di guerra.

20 Si annunzia rovina sopra rovina perché tutto il paese è devastato. Improvvisamente le mie tende sono distrutte, i miei padiglioni in un attimo.

21 Fino a quando vedrò la bandiera e udrò il suono della tromba?

22 »Sí, il mio popolo è stolto, non mi conosce; sono figli insensati e non hanno intendimento; sono esperti nel fare il male, ma non sanno fare il bene«.

23 Guardai la terra, ed ecco era senza forma e vuota; i cieli, ed erano senza luce.

24 Guardai i monti, ed ecco tremavano e tutti i colli ondeggiavano.

25 Guardai, ed ecco non c’era uomo e tutti gli uccelli del cielo erano fuggiti.

26 Guardai, ed ecco la terra fertile era un deserto, e tutte le sue città erano crollate davanti all’Eterno a motivo dell’ardente sua ira.

27 Poiché cosí dice l’Eterno: »Tutto il paese sarà desolato, ma non lo distruggerò completamente,

28 A motivo di questo la terra farà cordoglio e i cieli in alto si oscureranno perché io ho parlato, ho deciso e non me ne pento né tornerò indietro.

29 Al rumore dei cavalieri e degli arcieri tutte le città sono in fuga, entrano nel folto dei boschi, salgono sulle rocce, tutte le città sono abbandonate e non vi è rimasto un sol uomo.

30 E tu, o devastata, che farai? Anche se ti vestissi di scarlatto, anche se ti abbigliassi con ornamenti d’oro, anche se ti ingrandissi gli occhi con lo stibio, invano ti faresti bella. I tuoi amanti ti disprezzano, vogliono la tua vita.

31 Poiché io odo un grido come di donna nelle doglie, un’angoscia come di donna al suo primo parto: è il grido della figlia di Sion che respira affannosamente e distende le sue mani, dicendo: »Guai a me! L’anima mia viene meno per gli assassini««.

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